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Stressati, insoddisfatti degli stipendi e dei contratti: ecco il ritratto dei lavoratori italiani tracciato dal Rapporto Eurispes 2013, dal quale si evince come la carriera e la crescita professionale siano obiettivi spesso irraggiungibili in tempo di crisi economica.
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Partendo proprio dalle retribuzioni, il 51,1% dei lavoratori intervistati le considera insufficienti e inadeguate al proprio ruolo professionale, mentre per il 36,6% anche i contratti di lavoro sono carenti.
Un buon 20,5%, inoltre, afferma di riscontrare toppo spesso irregolarità e ritardi nel pagamento dello stipendio, mentre ammonta al 59% la percentuale di coloro che non vedono prospettive di carriera nell’immediato futuro (bisogna tuttavia considerare che, stando ai dati, il 33,9% degli italiani senza un impiego rientra a pieno titolo nella categoria degli inattivi e scoraggiati, rinunciando del tutto anche a cercare lavoro).
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Per quanto concerne il benessere dei lavoratori, il 32,5% si dichiara stressato (la percentuale sale fino al 41,1% per i lavoratori autonomi), mentre il 23,5% lamenta troppi episodi di mobbing in azienda: in questo caso si riscontra una certa disparità tra i lavoratori under venticinquenni e gli over 65, che sembrano sentire meno questo disagio.
Sale fino all’82,7%, infine, la percentuale degli italiani che non crede più nella meritocrazia legata al lavoro e alla carriera, superata ormai dalle raccomandazioni.
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Ne consegue la perdita di valore del titolo di studio, tanto che il 71,1% degli intervistati sembra non avere più fiducia nella necessità di avere una solida istruzione per avere successo in ambito professionale.