Sempre più donne ai vertici nelle risorse umane

di Teresa Barone

26 Marzo 2013 09:00

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Cresce il numero di donne ai vertici nel settore delle risorse umane, ma quali sono le competenze femminili che fanno la differenza?

Cresce la percentuale di donne nelle posizioni apicali nell’ambito delle risorse umane, che sembra aprirsi al mondo rosa più di altri settori lavorativi. Secondo quanto rivelato dalla Gidp, l’associazione dei direttori del personale, le presenze femminili nel gruppo hanno raggiunto quota 55%.

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Il settore HR rappresenta quindi un terreno fertile per l’incremento delle quote rosa nelle posizioni di potere, soprattutto alla luce dei dati di un’indagine promossa dalla stessa Gidp e condotta su un campione di 120 direttori del personale di grandi aziende, localizzate prevalentemente nel Nord Italia.

La ricerca mostra come il percorso per arrivare alla parità tra i due sessi in ambito dirigenziale sia ancora fortemente in salita (basti pensare che nel 46,6% delle aziende partecipanti all’indagine la presenza rosa nella stanza dei bottoni si caratterizza per una media inferiore all’uno su cento dirigenti).

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Secondo il presidente Paolo Citterio, tuttavia, le esponenti del sesso debole che occupano posizioni apicali si concentrano nella direzione delle risorse umane, e ammonta al 60% la percentuale degli intervistati che ammette di notare notevoli benefici in materia di “miglioramento economico-finanziario” aziendale se ai vertici ci sono anche dirigenti donne. È anche vero, tuttavia, che spesso la necessità di richiedere un part-time per esigenze di conciliazione rappresenta un ostacolo per la carriera femminile, come ha affermato il 53% degli interpellati.

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È sempre Citterio a tracciare l’identikit della donna manager ideale, sottolineando le virtù e le competenze che la rendono indispensabile in un ambito come quello delle risorse umane. Ecco che cosa rappresenta un valore aggiunto per le dirigenti in rosa:

«Secondo il nostro campione soprattutto l’abitudine a gestire più cose simultaneamente, come già fanno in famiglia con figli, genitori e casa. Se poi fossero supportate da uno stato più virtuoso che aiutasse su orari e incombenze familiari, avrebbero più spazio e farebbero la carriera che meritano».