I dirigenti italiani sono più scettici rispetto a quelli che operano negli altri Paesi circa la possibilità di non dover sacrificare la vita privata a causa della propria occupazione. In pratica, è difficile concicliare carriera e famiglia più nel Bel Paese che in varie altre parti del globo.
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Lo dimostra un recente studio condotto da Accenture in ben 33 Paesi, dove esattamente la metà dei manager intervistati è convinto che si possa ottenere il successo sia in casa che in azienda, mentre la percentuale di coloro che credono sia difficile arrivare a un traguardo del genere è pari al 21%.
Scendendo però nello specifico in Italia, Manager Italia riporta che il 35% dei dirigenti tricolore crede che sia difficile conciliare lavoro e vita privata. Un problema che riguarda, secondo quanto riportato, l’intera classe dirigente, senza distinzioni di alcuna sorta.
L’indagine di Accenture mostra come il 52% dei manager sostenga di aver rifiutato una buona offerta di lavoro perché avrebbe portato a conseguenze negative sulla propria vita privata. «La verità – commenta Guido Porro, managing director del gruppo Dassault Systèmes, azienda hi-tech che opera nel settore dei software – è che per chi fa lavori come il nostro che impegnano anche 60 ore a settimana è necessario un “patto familiare” che metta d’accordo non solo i coniugi ma tutto il nucleo su un progetto condiviso. Nel caso della nostra azienda, il lavoro ci porta spesso lontano da casa, ma l’aspetto di soddisfazione personale rimane molto sentito. Ogni anno realizziamo all’interno dell’azienda indagini utili a verificare il benessere dei dirigenti oltre a sposare politiche di home-office».
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