Quando il manager decide

di Chiara Basciano

22 Aprile 2013 12:00

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Con un team spaccato in due, meglio decidere a maggioranza oppure assumersi il rischio e scegliere personalmente?

Un interessante articolo dell’imprenditrice/autrice Margaret Heffernan su Inc. fa luce su una questione abbastanza intricata correlata all’esercizio della leadership: come prendere le decisioni quando il team è spaccato in due? Meglio affidarsi alla maggioranza oppure tentare di battere altre strade?

La Heffernan cita uno studio del professor Randall Peterson della London Business School, giunto alla conclusione che le decisioni prese a maggioranza, in special modo in piccoli gruppi composti da circa dieci persone, non sono destinate a funzionare, a causa della scarsa motivazione della minoranza. Meglio quindi, secondo Peterson, affidarsi a quello che chiama “consenso qualificato”, in cui tutto il gruppo accetta di lavorare in vista di un obiettivo ritenuto sostenibile da tutti. Oppure prendere in mano la situazione e scegliere assumendosene l’intera responsabilità.

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Quello che l’autrice aggiunge al pensiero del professore è un tocco decisamente femminile, che può tornare molto utile in prospettiva. Ovvero di non lesinare nella comprensione dei punti oscuri alla minoranza, offrendo nello stesso tempo appigli razionali che chiariscano al meglio quali sono i punti da raggiungere con la scelta effettuata. Se insomma dalla decisione si aspetta un calo delle spese, sarà bene quantificarle e controllare a scadenze regolari che ciò stia accadendo davvero.

Il tutto per allontanare ogni dubbio dal fatto che il manager possa aver preso una decisione “politica” e non dettata dal business, cosicché anche alla frangia degli scontenti possa essere garantita la necessaria partecipazione. Perché non c’è nulla di peggio di un gruppo costretto a lavorare senza motivazione.