Manager corrotti: colpa della crisi?

di Teresa Barone

23 Maggio 2013 10:00

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La crisi fa tollerare qualsiasi comportamento corruttivo, ma non per i manager italiani: ecco la Fraud Survey 2013 di Ernst&Young.

Con la crisi economica i manager sono sempre più sotto pressione, una condizione che – nella maggioranza dei casi – porta a giustificare una condotta poco corretta volta a far sopravvivere il proprio business a tutti i costi.

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Questo quanto emerge da uno studio promosso da Ernst&Young, la cosiddetta Fraud Survey 2013 che ha monitorato il pensiero di 3459 dipendenti (il 30% del campione è rappresentato da top manager e dirigenti) attivi nelle aziende di 36 paesi del mondo in materia di corruzione.

Secondo la ricerca, inoltre, i manager attivi nelle vendite e nell’area marketing sono più propensi a mettere da parte la legalità a favore di comportamenti corruttivi, e un buon 17% degli intervistati sostiene che sia pienamente lecito offrire regali personali chiedendo in cambio un “sostegno” per l’azienda.

Tra gli italiani, tuttavia, cresce la consapevolezza che solo mantenendo la propria integrità e favorendo piena trasparenza è possibile uscire dalla crisi, pertanto ai manager richiesto un comportamento ligio al dovere per garantire ottime performance finanziarie. Secondo Paolo Marcon, partner di Ernst&Young, ad esempio, sono proprio le difficoltà economiche a “incalzare” sulla classe dirigente costretta a ottenere i risultati richiesti in tempi stretti,.

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Un ultimo dato reso noto dall’indagine, infine, mostra come il 27% degli intervistati ammetta il dilagare della corruzione, negando tuttavia il coinvolgimento del proprio settore lavorativo.