Come ripensare gli spazi di lavoro

di Chiara Basciano

23 Maggio 2013 15:00

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Un ambiente di lavoro che pensi al benessere dei dipendenti fa bene anche alla produttività.

Molte compagnie hanno già compreso l’importanza di spazi di lavoro adeguati per migliorare le condizioni di lavoro, nonché incentivare la produttività, ma un piccolo riassunto di quello che non dovrebbe mancare in un ufficio del 21° secolo può essere utile per quanti ancora si barcamenassero tra ambienti bui e depressivi, che poco o per nulla tengono in considerazione il benessere di chi in quei luoghi dovrà svolgere il suo lavoro.

L’esperta in leadership Meghan N. Biro dalle colonne di Forbes tiene a sottolineare come «gli spazi ben progettati accendono la creatività, facilitano la collaborazione del team, e migliorano le prestazioni. L’area di lavoro è una manifestazione fisica della cultura di leadership. Cercate di renderla unica». Quindi elargisce una serie di consigli, a partire da quello di provvedere alla creazione di spazi dove cercare ispirazione e condivisione – come nel caso delle cucine o di spazi all’aperto dove potersi concedere il lusso di una camminata – pur senza dimenticare la privacy e il desiderio di qualcuno di personalizzare al massimo il suo posto di lavoro.

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Utile anche pensare a zone dove sfogarsi o esercitarsi fisicamente, come palestre dove fare yoga, ma anche angoli dove semplicemente rilassarsi e giocare, perché proprio dal gioco si otterrà il beneficio di avere a disposizione un dipendente con la mente libera, e perché no anche una squadra ben affiatata. Infine, qualora gli spazi lo consentissero, anche un bar interno o un piccolo ristorante che provveda a fornire cibo ben selezionato possono essere utili alla causa.

A patto però, e lo sottolinea bene la Biro come detto sopra, che ognuno abbia a disposizione uno spazio adeguato dove isolarsi e lavorare in serenità alla propria idea, come spesso tendono a fare proprio le persone più ricche di talento. Quelle che con ogni probabilità saranno maggiormente attirate da questo modo di (ri)pensare gli spazi di lavoro.