Chi è il welfare manager, qual è il suo ruolo e quali sono le sue caratteristiche? Ecco i punti chiave di tale figura professionale, esplicati peraltro al Corriere della Sera dai più grandi welfare manager operanti nelle grandi aziende internazionali.
Il welfare manager è divenuto una delle più importanti figure all’interno della divisione risorse umane di un’azienda, poiché riesce ad attrarre, motivare e trattenere i collaboratori, spiega Elisabetta Dallavalle di Nestlé. Invece Elena Stefanoni di Eni Servizi spiega qual è il suo obiettivo: «ideare e coordinare interventi atti a migliorare la qualità di vita delle persone dentro e fuori l’azienda, sia dal punto di vista del benessere organizzativo che del benessere personale, offrendo opportunità concrete in termini di servizi e benefici».
In pratica, questo dirigente si occupa di garantire un benessere totale del lavoratore, che può essere psico-fisico, materiale, sociale e di tipo etico. La Stefanoni aggiunge che «il welfare manager, nello specifico, si occupa di definire le linee guida della politica di welfare aziendale, studia la popolazione aziendale, analizzando bisogni e aspettative, esamina il mercato dei fornitori, definisce i piani di comunicazione integrata delle iniziative, gestisce e monitora la soddisfazione delle persone e il buon andamento delle attività. Si occupa, insomma, sia della fase ideativa e progettuale, che di quella realizzativa e gestionale».
Si tratta dunque di una figura complessa che deve avere differenze competenze tecniche, normative e amministrative, nonché abilità relazionali, una buona comunicazione e capacità di problem solving. «In ultimo, ma non per importanza, essendo una figura di contatto fra l’organizzazione e le sue persone, deve avere un interesse autentico e vocazionale per questa professione, che ha nel suo dna una forte connotazione etica e di responsabilità sociale», sottolinea Stefanoni di Eni.
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