Nuove regole per la nomina dei manager pubblici

di Chiara Basciano

25 Giugno 2013 09:30

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Definiti dal Ministero dell?Economia i criteri di eleggibilità e le norme per la selezione. Con un occhio anche ai compensi.

Giro di vite sui vertici delle aziende partecipate o controllate dal Ministero dell’Economia. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, ha emanato una direttiva che fornisce al Dipartimento del Tesoro i criteri di eleggibilità e gli indirizzi da osservare nelle procedure di selezione dei componenti degli organi di amministrazione delle società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero. La direttiva individua anche gli indirizzi per la remunerazione dei vertici aziendali.

Per ciò che riguarda le nomine, la direttiva rafforza i requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli amministratori e individua le tappe di un processo trasparente ed oggettivo di valutazione di tali requisiti. Saranno dunque ineleggibili al ruolo di manager pubblico i politici, ovvero i membri delle Camere, del Parlamento europeo, di Consigli regionali e di Consigli di enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti, ma anche i condannati, pur se in primo grado, o coloro che abbiano patteggiato per gravi delitti.

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Per quel che riguarda l’individuazione dei profili, il Dipartimento del Tesoro sarà supportato, nel processo di ricerca e valutazione dei candidati, da Spencer Stuart Italia e Korn Ferry Intl., società specializzate nel recruiting di top manager. E il tutto sarà all’insegna della massima trasparenza, con un processo definito in tutti i suoi passaggi, fino alla nomina da parte del Ministro.

Per ciò che riguarda i compensi, il Dipartimento del Tesoro, nelle assemblee delle società convocate per l’approvazione dei bilanci, raccomanderà agli amministratori di adottare politiche di remunerazione aderenti alle best practices internazionali, ma che tengano conto delle performance aziendali e siano in ogni caso ispirate a criteri di piena trasparenza e di moderazione, alla luce delle condizioni economiche generali del Paese, anche prevedendo una correlazione tra il compenso complessivo degli amministratori con deleghe e quello mediano aziendale.