Bonus meno generosi per i top manager internazionali dei grandi colossi bancari. A sottolineare il dato una ricerca del Financial Times, commissionata alla società di ricerca Equilar, dalla quale si evince come la discesa delle retribuzioni medie, relativamente all’anno 2012, sia pari al 10%, dopo due anni in cui invece i guadagni avevano toccato vette da capogiro. E dopo le innumerevoli proteste da parte degli investitori.
Il Financial Times stila anche la classifica dei top manager più pagati, che viene comandata da uno dei dirigenti che vanno in controtendenza rispetto ai dati appena citati. John Stumpf (nell’immagine), presidente e CEO di Wells Fargo, ha visto infatti crescere il suo stipendio del 7,8%, a quota 19,3 milioni di dollari, rispetto ai 17,9 milioni dell’anno precedente.
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A lasciargli il primo gradino del podio Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase, che invece a causa delle larghe perdite subite (6 miliardi di dollari) ha visto il suo compenso scendere del 19%, a quota 18,7 milioni di dollari. Terzo si classifica Lloyd Blankfein, presidente e CEO di Goldman Sachs Group, che dai 16,2 milioni di dollari del 2011 è sceso ai 13,3 del 2012, con un calo in percentuale del 17,7%.
Tra i top manager che hanno segnato le percentuali più alte, e conseguentemente si sono visti ridurre drasticamente lo stipendio, troviamo Alfredo Sáenz, CEO di Banco Santander, che a causa delle difficoltà del gruppo tra Spagna e America Latina è sceso dai 16,1 milioni del 2011 ai 10,6 milioni dello scorso anno. Con un calo del 34,4%. 2012 amaro anche per James Gorman di Morgan Stanley, che ha segnato un meno 20% che va ad aggiungersi al meno 12,7% dell’anno precedente. Per un calo di circa cinque milioni di dollari in due anni.