Lavoro: il caldo taglia il rendimento del 10%

di Teresa Barone

29 Luglio 2013 09:00

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Le conseguenze dell?afa e della calura estiva sulle prestazioni lavorative, destinate inesorabilmente a calare.

Il grande caldo compromette la produttività, facendo calare le prestazioni lavorative e l’efficienza anche del 10%. Una teoria forse scontata che è stata dimostrata da un recente studio condotto dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).

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È in surriscaldamento del pianeta, come anche l’incremento dell’umidità, ad aver provocato un calo della produttività progressivo nel corso dei decenni passati, relativamente alla stagione più calda.

L’aspetto più preoccupante, tuttavia, riguarda le previsioni per il futuro: secondo i ricercatori, infatti, nel 2015 la riduzione del rendimento si porterà fino al 20% peggiorando ulteriormente nel corso degli anni.

Stress, calo dell’attenzione, irritabilità: ecco gli effetti più evidenti dell’afa sui lavoratori, ma non bisogna lasciasi andare a generalizzazioni poco attendibili, come dichiara a Labitalia il vicepresidente nazionale dell’Ordine degli psicologi Antonio Telesca:

«In realtà fra l’evento esterno che ci colpisce e la risposta che viene data, esiste sempre una reazione soggettiva. Ovvero, se ad ogni evento esterno come può essere un forte caldo, o un trauma o una cattiva notizia improvvisa, reagissimo tutti allo stesso modo avremmo delle evidenze statistiche tali da non lasciare dubbi. E non è così perché le reazioni cambiano molto da individuo a individuo.»

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È sempre Telesca a focalizzare l’attenzione sulle reali cause d disagio legate alla temperatura: non è il caldo in sé a provocare fastidio ma gli sbalzi improvvisi, la repentinità con la quale i gradi salgono e l’afa aumenta.  Come correre ai ripari? Gli esperti consigliano di curare in modo particolare l’illuminazione negli ambienti di lavoro, prestando attenzione al soleggiamento eccessivo che potrebbe recare fastidio ai lavoratori e provocare disagio.