Mai più stress, sonnolenza, cattivo umore e disturbi digestivi al ritorno da un viaggio all’estero. Entro pochi anni potrebbe essere diffusa sul mercato una pillola in grado di curare i sintomi del jet-lag, un disturbo che accomuna molti “business trallevers”.
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Secondo un team di ricercatori dell’Università di Oxford, infatti, per ridurre le conseguenze negative del fuso orario possono essere notevolmente ridotte agendo direttamente su un gene. Responsabile dei disturbi legati al jet-leg sarebbe una molecola chiamata SIK1, in grado di debilitare la naturale risposta del corpo umano alla luce e, di conseguenza, la capacità di adattamento al ritmo sonno-veglia.
Se finora la sperimentazione di questo rimedio è stata effettuata solo su un gruppo di topi, gli studiosi non escludono che entro una manciata di anni potrebbe arrivare un farmaco capace di inibire questa molecola: «Se nei prossimi anni dovesse essere disponibile una pillola per inibire questo gene, l’impatto di un prodotto del genere sulle assistenti di volo, sui piloti e sui coloro che sono soliti viaggiare per lavoro sarebbe incommensurabile.»
A descrivere i potenziali vantaggi del farmaco sono gli stessi esperti in business travel, certi che la reale efficacia della pillola potrebbe facilitare la stessa organizzazione dei viaggi di lavoro e l’efficacia delle “missioni” fuori casa, basti pensare alla possibilità di prenotare un volo anche a ridosso di un incontro o di una presentazione importante senza temere che il jet-lag ne comprometta il buon esito.