La bellezza fisica dei candidati influisce sull’esito del colloquio di lavoro? O meglio, gli aspiranti nuovi assunti che appaiono più attraenti in foto hanno più chance di essere convocati per un colloquio? La risposta è si, stando almeno a quanto afferma un gruppo di ricercatori dell’Università di Messina.
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Lo studio, finalizzato a verificare l’impatto della bellezza fisica sull’occupabilità delle persone prendendo in esame la prima fase del processo di assunzione, sostiene che i responsabili della selezione del personale sono maggiormente portati a contattare i candidati che appaiono attraenti, soprattutto se di sesso femminile, accantonando inconsapevolmente i curricula dei colleghi meno piacenti, dei quali solo il 7% è destinato a trovarsi faccia a faccia con il recruiter.
Le caratteristiche estetiche rappresenterebbero quindi un fattore discriminatorio, e non solo: secondo gli studiosi la bellezza incide in misura maggiore rispetto alla razza, come si legge nel white paper pubblicato dai ricercatori:
«La discriminazione razziale sembra essere statisticamente rilevante, ma meno della discriminazione basata sulle caratteristiche fisiche, in particolare per le donne.»
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Questa teoria che scaturisce da un esperimento basato sull’invio di poco più di 11mila falsi curricula come risposta a oltre 1500 alcuni annunci di lavoro pubblicati in diverse Regioni italiane, candidature monitorate tra l’agosto 2011 e il settembre 2012 e accompagnate da foto spesso ritoccate graficamente in modo da renderle in linea con gli attuali canoni estetici della bellezza femminile.