Novità in arrivo per coloro che, in procinto di separarsi dal coniuge, speravano di non dover versare alcuna imposta per trasferire l’immobile coniugale e definire la sorte di altri beni comuni. Dal 1 gennaio 2014 arriverà infatti la tassa di registro, pari al 9% sul valore catastale rivalutato.
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Cambia quindi il regime fiscale relativo alla gestione dei patrimoni familiari in caso di separazione o divorzio, per cui non sarà più possibile, ad esempio, trasferire la casa coniugale ai figli in modo gratuito senza pagare imposte di registro, ipotecarie o catastali.
Una novità introdotta dal decreto legge 104/2013 (Decreto Scuola) che sta sollevando numerose polemiche da parte della categoria forense che spera nella rettifica del provvedimento prima che la legge venga definitivamente approvata: dure le critiche dell’Aiaf (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori):
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«Il provvedimento avrà certamente pesanti conseguenze per chi, accedendo alla separazione o al divorzio consensuali e volendo definire nella circostanza anche la sorte della casa coniugale o di altri beni familiari, semmai approfittandone anche per trasferimenti in favore dei figli o altri congiunti conservando come prassi l’usufrutto, si troverà a partire da gennaio 2014 a dover sostenere oneri ben più gravosi per raggiungere finalità ora di fatto senza costi».