Nonostante tutte le aziende considerino le funzioni IT fondamentali per il funzionamento generale, sono pochissime quelle capaci di gestire una soluzione completa per il Business Service Management in maniera appropriata. È quanto rivela l’indagine svolta da ManageEngine, divisione della Zoho Corporation, su un campione di organizzazioni nostrane appartenenti ai settori dell’ICT, della PA, delle Banche e delle Assicurazioni, delle Telco, delle Utilities e della Sanità.
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I dati rivelano che le funzioni più utilizzate sono «e-commerce e portale Web, che impattano sul business per il 60%; CRM e ERP, che incidono per il 40% e il 30%; gestione documentale, con un valore del 20%; Intranet, con un’incidenza del 30%; File Server e Service Desk, rispettivamente all’80% e al 90%; telefonia VoIp, all’80%, posta elettronica, che naturalmente ricopre un’importanza del 100%».
Eppure nessuna delle aziende beneficia di un BSM sviluppato che possa agire in momenti critici e che possa mantenere alta la funzionalità. I vantaggi risulterebbero invece enormi, poiché si avrebbe un allineamento delle risorse e dei processi IT, mantenendo un rapporto costante e diretto col cliente, analizzando l’impatto che si potrebbe avere in vista di un cambiamento, gestendo il ciclo di vita completo di ogni passaggio del business e risolvendo ogni eventuale problema in tempo reale.
Quindi il BSM serve da un lato per gestire le criticità ma dall’altro anche a pianificare il lavoro in maniera concreta, grazie alle previsioni che è capace di creare.