Il corrispettivo evoluto e strutturato della “colletta” è oggi un modo intelligente per raccogliere fondi. Lo dimostrano il successo mondiale ottenuto in questi anni e in particolare i dati resi noti a Las Vegas.
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Se nel 2012, infatti, il volume della raccolta fondi si aggirava sui 2,7 miliardi di dollari, alla fine di quest’anno si arriva quasi al doppio, con un giro di 5 miliardi di dollari. E per una volta l’Italia non resta indietro, come evidenziato dallo start up manager Alessandro Lerro, presente alla convention americana in rappresentanza del nostro Paese «l’Italia si presenta come leader, avendo dato attuazione per prima a una normativa organica sull’equity crowdfunding, cioè la raccolta via internet del capitale di rischio, per le start up innovative. L’Italia offre un quadro giuridico estremamente protettivo per l’investitore retail, un ambiente chiaro e definito, vigilato dalla Consob, idoneo a offrire le necessarie certezze a tutti i player del mercato, e condizioni molto più interessanti di quelle studiate dall’amministrazione americana. Peraltro la normativa italiana ha una forte vocazione di internazionalità, consentendo a tutte le società europee, con azionisti di qualsiasi nazionalità, di partecipare al crowdfunding in Italia come proponenti o come piattaforme, oltre ad ammettere investimenti provenienti da qualsiasi parte del mondo».
La normativa ben strutturata e lo spirito di intraprendenza, dunque, rendono la ricerca fondi dal basso una realtà importante fruttuosa del nostro Paese.