Le giovani aziende con meno di cinque anni di vita giocano un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi posti di lavoro e dunque nello sviluppo dell’innovazione, e per questo andrebbero meglio sostenute dai governi. È quanto si evince dal nuovo rapporto Ocse 2013 su Scienza, Tecnologia e Industria.
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«Dando alle giovani imprese, come le startup, una migliore chance di successo si creano posti di lavoro e si promuove la crescita. I politici dovrebbero tenerne conto nel loro approccio alle riforme, in modo da aiutare le giovani imprese a prosperare e non favorire troppo i grandi incumbent, che talvolta buttano fuori dal mercato le startup»: questa l’opinione di Andrew Wyckoff, direttore preso l’OECD, per il quale i vantaggi si rifletterebbero sull’intero sistema.
Infatti, secondo i dati della ricerca, le giovani imprese sono responsabili della creazione di quasi la metà di tutti i nuovi posti di lavoro dell’ultimo decennio. Inoltre, rappresentano il 24% di tutte quelle aziende che realizzano brevetti e proprio alle stesse si deve una media del 12% di tutte le nuove proprietà intellettuali depositate.
Per questi motivi, i governi dovrebbero investire sulle giovani imprese così da contribuire allo sviluppo occupazionale. I giovani dirigenti sembrano dunque cavarsela piuttosto bene sul fronte dell’innovazione, cosa anche dovuta alle peculiarità di coloro che fanno parte della generazione Y.
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