Il processo di selezione mirato a scovare nuovi team leader può rivelarsi un percorso a ostacoli: non sempre, infatti, un curriculum vitae che mostra tutte le caratteristiche richieste per occupare un ruolo manageriale è sufficiente per valutare la capacità di leadership del candidato.
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In fase di colloquio di lavoro, invece, le doti da leader possono essere fatte emergere al meglio sia osservando il linguaggio del corpo sia ponendo le domande giuste e invitando il candidato a raccontare, ad esempio, i motivi che l’hanno spinto a licenziare un dipendente nel corso de suo precedente impiego.
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Si tratta di quesito rivelatore e le risposte del candidato possono rappresentare un indicatore efficace della capacità di leadership. Diffidare del potenziale neo assunto che ammette di non aver mai licenziato nessuno, un comportamento che denota una scarsa attitudine nella gestione di un team di lavoro.
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Da apprezzare, invece, è il livello di empatia dimostrato dal manager che afferma di aver comunque offerto il suo sostegno alla risorsa allontanata, aiutandola a rimettersi in piedi nonostante il licenziamento. Notevole peso nella valutazione del candidato, infine, dovrebbe avere anche la descrizione delle reazioni del dipendente licenziato. Il manager che ammette di aver “sorpreso” il collaboratore comunicandogli la rescissione del contratto, ad esempio, potrebbe non aver svolto bene il suo lavoro dal punto di vista della comunicazione con i dipendenti, mostrando una trasparenza e una capacità di ascolto carenti.