Uno studio di Bankitalia fa un ritratto impietoso delle condizioni del nostro Meridione, dimostrando come lo storico divario tra il Nord e il Sud non sia affatto parte del nostro passato.
=> Vai al debito pubblico record
Lo studio ha analizzato le differenti economia regionali dimostrando come «Al Sud la componente estera della domanda ha un peso minore e la presenza di imprese innovative è relativamente inferiore» inoltre qui il credito resta più caro per «il fatto che nel Mezzogiorno è più debole la tutela della sicurezza e dei contratti per via della criminalità e dei tempi più lunghi della giustizia». Nei primi sei mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, l’export del Mezzogiorno è crollato (-9,2%), quello del Nord-Ovest è rimasto fermo (-0,2%), mentre sono cresciuti quelli del Nord-Est (+0,8%) e del Centro Italia (+2,8%).
=> Leggi il rapporto sul lavoro nero
Bankitalia spiega che nel Meridione «è stata particolarmente penalizzante la dinamica dei prodotti petroliferi, dei metalli e prodotti in metallo e dei macchinari». Analizzando le differenze retributive risulta che esse sono diminuite per i lavoratori dipendenti, passando da una media di 1.328 euro a 1.264 euro. Tanto che, rispetto al 2010, un lavoratore ha incassato in un anno 832 euro in meno. In generale risulta che «le condizioni di offerta rimangono ancora tese, riflettendo un aumento del rischio percepito dalle banche in connessione con il deterioramento delle prospettive dell’attività economica» e «l’andamento dei prestiti risente anche della debolezza della domanda».