Tra il 2009 e il 2012 i liberi professionisti attivi nella penisola hanno perso il 3,2% del reddito medio: lo rivela il terzo rapporto stilato dall’Adepp (Associazione enti previdenziali privati), che mette in evidenza come la crisi abbia colpito le retribuzioni percepite dagli ingegneri, dai medici, dai commercialisti e dai professionisti dell’area giuridica.
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Sono soprattutto i notai e gli avvocati a “sentire” il calo dei redditi percepiti, per i quali il taglio reale è pari al 21,2%. Il rapporto mette in evidenza, tuttavia, la crescita del numero degli iscritti agli enti di previdenza privati (tra il 2008 e il 2012 si è passati da 1.278.354 a 1.390.846 iscritti), sottolineando come l’incremento sia dovuto in prevalenza alle iscrizioni di professioniste donne e di over 40.
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Un dato che la stessa Associazione spiega prendendo in considerazione le conseguenze della crisi sull’occupazione e sulla carenza di opportunità di lavoro dipendente: «La mancanza di lavoro dipendente, o la perdita di esso, ha fatto sì che non solo i più giovani ma anche la categoria dei lavoratori più anziani intraprenda l’esercizio della libera professione come soluzione alternativa.»
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