Gli agenti di commercio e i rappresentanti sono professionisti delle vendite. Collaborano con le aziende e concludono affari nell’interesse della società mandante all’interno di un territorio ben definito. La loro attività è solitamente ripagata con una percentuale sulle vendite concluse. Per diventare agente di commercio o rappresentante occorre rispettare specifici obblighi morali, professionali e previdenziali. Vediamo nel dettaglio quali.
L’agente di commercio è una persona o una società che promuove le vendite per conto di una impresa con la quale ha sottoscritto un incarico stabile all’interno di una zona determinata. Il rappresentante, in più, può concludere contratti in nome e per conto di una società mandante.
Affinché sia possibile esercitare la professione di agente di commercio o di rappresentante, il titolare o i legali rappresentanti della società devono possedere i requisiti morali e professionali previsti dalla legge 204 del 1985. Devono, inoltre, possedere titolo di studio in materie commerciali nonché una esperienza pregressa di almeno due anni negli ultimi cinque nell’attività di vendita svolta come titolare o dipendente. Occorre, infine, superare un corso riconosciuto dalla Regione. Resta inteso che l’attività risulta incompatibile con quella di lavoratore dipendente pubblico o privato e con quella di mediatore.
Per avviare un’attività di agente di commercio o di rappresentante occorre presentare la domanda di iscrizione al registro delle imprese allegando la Scia in cui vengono dichiarati i requisiti morali e professionali posseduti.
Ad agenti e rappresentanti che operano individualmente o in forma associata è riconosciuta la pensione di invalidità e vecchiaia da parte di Enasarco, le cui prestazioni previdenziali sono finanziate con il versamento di contributi obbligatori calcolati sulla somma dovuta all’agente a qualsiasi titolo in dipendenza del rapporto di agenzia.