È la metafora americana per eccellenza: cadere per rialzarsi più forti di prima. Ed è così che il colosso Chrysler ha ritrovato nuova vita, grazie alla spinta venuta da Torino.
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Adesso la compagnia automobilistica americana, diventata italiana al 100% riesce a coniugare la creatività italiana con l’intraprendenza americana. Il segreto sta anche nel Wcm – World class management – creato dal Lingotto con i giapponesi che, come spiega Mauro Pino, responsabile della manifattura del gruppo Chrysler ad Auburn Hills e del Wcm per tutto il Nord America «è un processo continuo che non finisce mai. Un sistema basato sulla riduzione sistematica di tutti i tipi di spreco con il contributo di tutti i soggetti e un rigoroso utilizzo di metodi e standard».
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L’eliminazione degli sprechi è diventato l’elemento fondamentale del gruppo, riuscendo ad inventare sempre nuovi metodi, spesso suggeriti dagli operai stessi. Si parte già dalla formazione, con la Wcm Academy di Warren, che tra utilizzo di robot, scuole itineranti e nuove tecnologie studia come rendere più efficienti i processi.
È un lavoro strettamente pratico e razionale, legato alla vita della fabbrica, infatti, come dice ancora Pino «Tutti vengono dalla fabbrica per imparare o per risolvere un problema che hanno individuato, affrontandolo alla radice, e tutti tornano in fabbrica. E succede anche che qui siano gli operai a spiegare ai manager quali sono le cose da cambiare».