Saper gestire i conflitti sul lavoro è di grande importanza per i leader, però non sempre il proprio carattere e la formazione aiutano in questa direzione.
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Formalizzare la mediazione, tramite corsi di formazione dedicati ai manager, sarebbe opportuno per creare un ambiente di lavoro sano. Molti lamentano la mancanza di un percorso formativo del genere, e infatti da questa lacuna nasce il libro “La formazione del mediatore” della psicologa Maria Martello.
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Nella presentazione del libro si legge: “La mediazione conduce ad accordi tendenti a soddisfare appieno i bisogni delle parti. Ma alcune mediazioni riescono, ed altre no: dipende da un quid ‘misterioso’ sul quale il mediatore fa leva, a volte con competenza, altre meno. Quel quid è il fattore umano, centrale nel conflitto, che va oltre gli interessi, tocca i bisogni apparenti e soddisfa quelli reali, esistenziali, profondi. Il mediatore che ne ha consapevolezza può portare le parti a prenderne atto, ad elaborare le ragioni del contrasto sino a superarlo, eliminando alla radice i motivi del conflitto. Questi è il mediatore che ha una buona formazione filosofico-umanistica. La formazione comporta un radicale mutamento di mentalità rispetto a specifici metodi e contenuti, onde consentire al mediatore professionale in ambito civile, familiare, penale, sociale, scolastico, aziendale gli ampliamenti d’orizzonte necessari per comprendere le complesse relazioni fra i fatti e le persone”.
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Per questo un buon manager non dovrebbe tralasciare questo tipo di percorso, soprattutto se non si è dotati di un carattere accomodante.