In fase di colloquio di lavoro valutare il livello di autostima del candidato è una tappa obbligata, tuttavia per il recruiter è fondamentale accertarsi che la fiducia in sé stesso mostrata dal potenziale nuovo assunto non sconfini nel pericoloso territorio dell’arroganza.
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Come individuare la presenza del perfetto equilibrio tra autostima e presunzione? Come capire se non si ha di fronte un individuo incline a peccare di superbia e spavalderia? Il selezionatore ha a disposizione alcune domande rivelatrici:
Hai mai fallito in qualcosa?
In cosa sei veramente bravo?
Cosa insegneresti al tuo ipotetico “gruppo” nel corso del primo anno di lavoro?
Parlami dell’ultimo feedback che hai ricevuto in merito a una performance lavorativa.
Altri elementi da tenere sotto controllo sono rappresentati, inoltre, dal linguaggio sia verbale sia non verbale. Se il candidato parla troppo cercando di sovrapporsi al recruiter, ad esempio, potrebbe essere un tentativo di impressionare, o meglio, intimidire il proprio interlocutore.
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Anche la postura del corpo è un indicatore chiave. Una buona strategia è osservare con attenzione in che modo il candidato occupa lo spazio, tenendo presente che incrociare le gambe poggiando la caviglia sul ginocchio opposto è indice di un temperamento dominante, mentre tenere le mani poggiate sulla scrivania o sulle proprie gambe indica generalmente un atteggiamento sottomesso.