Ritratto della manager odierna

di Chiara Basciano

14 Marzo 2014 12:00

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Tutte lavoro e niente famiglia, la carica delle "manager zitelle"

Donne tutto lavoro, che sacrificano la vita privata alla carriera. L’Italia ne è piena, più di quanto si possa pensare.

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Considerato che l’8,4% delle donne italiane è diventata la prima fonte di reddito per la sua famiglia, più del 63% delle nuove imprese hanno dirigenza femminile e che tra il 2007 ed il 2012 il numero delle manager è cresciuto del 24,5%. I dati dimostrano come dedicarsi esclusivamente alla carriera sia fruttuoso in tutta Europa. In Germania le donne single con ruolo dirigenziale sono il 17% contro il 13% delle donne sposate e con figli, in Inghilterra siamo al 19% contro l’11%. Il Giappone, sempre estremo, registra un altissimo numero di donne che sostengono di non volere legami sentimentali, ben il 49%.

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Eppure sacrificare la vita privata non è un dato da considerarsi positivo per la carriera, saper diversificare i propri interessi aiuta a mantenere spirito critico e creatività.

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D’altronde le società stanno capendo sempre di più quale valore possano avere le madri, in cui si sviluppano capacità organizzative enormi. Ma la tendenza delle “manager zitelle” è un fenomeno che rischia di diffondersi soprattutto tra le più giovani che vedono le difficoltà delle sorelle maggiori, non supportate nella gestione dei diversi ruoli che sono chiamate a svolgere al meglio.