Byod: le aziende italiane dicono no

di Teresa Barone

24 Marzo 2014 09:00

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L?Italia è in fondo alla classifica dei paesi europei più aperti verso il Byod: uno studio recente spiega il perché di tale resistenza.

Le aziende italiane sono ancora fortemente restie all’introduzione di soluzioni Byod, il “Bring your own device” che prevede l’utilizzo dei dispositivi tecnologici personali anche sul lavoro.

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Una panoramica sulle preferenze delle aziende europee in materia di Byod è offerta dallo studio European Byod Index condotto per conto di Oracle da Quocirca, indagine che ha coinvolto 700 società mostrando una evidente resistenza: il 44% delle aziende, infatti, è contraria all’uso dei device mobile in ambito professionale.

Il motivo di tale perplessità va ricercato prevalentemente nelle problematiche legate alla sicurezza delle informazioni e dei dati, tuttavia lo studio evidenzia anche una carente conoscenza delle soluzioni “security” offerte dai più moderni dispositivi tecnologici. Se l’83% delle aziende favorevoli al Byod operano in ambito TLC, la PA sembra invece interessarsi molto poco a questo tipo di innovazioni.

Tornando alla situazione italiana,  la penisola si colloca in fondo alla classifica degli Stati più innovativi (solo la Spagna fa peggio), mentre Germania e Svizzera si collocano tra le aree europee più mature per quanto riguarda l’accesso di soluzioni Byod in azienda.

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C’è anche, tuttavia, chi intravede qualche spiraglio per il futuro: secondo Domenico Garbarino, Sales Director Security Solutions di Oracle Italia, la condizione nazionale evidenziata dal report: «È assolutamente veritiera ma è anche vero che la situazione è in forte evoluzione e che anche moltissime aziende che vengono identificate nello studio come contrarie all’adozione del Byod sono sempre più consapevoli del fenomeno.»