Formare manager di alto livello, in modo da sviluppare visione, innovazione, leadership, motivazione delle persona, orientamento al risultato ed al cliente e ricerca dell’eccellenza, può aiutare il Paese ad uscire dalla situazione critica del momento.
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È stata, in sintesi, questa la base del convegno dal titolo “La Cultura Manageriale per il rilancio del Paese” organizzato da CIDA – Manager e Alte Professionalità per l’Italia, durante il quale si è parlato del ruolo centrale del manager all’interno del mondo economico italiano. Se infatti il merito di un risultato soddisfacente va a tutto l’insieme dei lavoratori è certamente il buon manager colui che traina verso il successo.
I dati presentati durante il convegno però non sono positivi, l’Italia infatti è tra i principali paesi dell’Unione Europea con la percentuale più bassa di manager occupati, con il 3,5% contro il 10,8% della Gran Bretagna, il 5,8% della Francia, il 4,7% della Spagna e il 4,4% della Germania. I dati derivano dalla ricerca di Gfk Eurisko “Ruolo sociale dei dirigenti: posizionamento di fatto e percezioni”, da cui derivano anche altri dati non proprio rassicuranti.
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Il 91% degli intervistati infatti pensa che la situazione di crisi non migliorerà nel corso di quest’anno. Lo studio, che ha preso come campione 369 dirigenti, 657 fra impiegati apicali e quadri, 136 imprenditori di aziende strutturate e 823 italiani adulti, per un totale complessivo di 1985 persone interpellate, dimostra però come si guardi agli imprenditori come a coloro capaci di superare il difficile momento.
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Il 70% vede un’ancora di salvezza negli imprenditori, il 53% nei liberi professionisti e il 44% nei dirigenti. Inoltre durante il convegno Marco Vezzani, vicepresidente di Cida, ha posto l’attenzione sul ruolo del manager oggi «La “cultura manageriale” è cambiata profondamente: basti pensare ai rapporti con la politica, a quelli con gli imprenditori, alla perdita di status. Questo ha messo in crisi molti di noi e ci ha indotto a profonde riflessioni, la prima delle quali è che crisi del paese e dei manager vanno in parallelo. Tuttavia riteniamo che i manager siano portatori di valori e di idee forse non “di moda” ma decisivi per il paese».