Il costo della fuga dei cervelli

di Chiara Basciano

14 Maggio 2014 12:00

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I giovani continuano a cercare fortuna all'estero. Tutto questo ha una ricaduta economica

Non si tratta semplicemente di un rammarico di tipo emotivo, ma vedere partire i giovani talenti italiani significa perdere importanti introiti.

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Infatti, come sottolinea Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel «Se con guadagnare intendiamo acquisire una risorsa già formata e competente, possiamo dire che un paese che “importa” un talento ne trae un certo vantaggio, anche economico. Il nostro sistema universitario, molto spesso bistrattato e sminuito, rimane ancora buono».

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E allora i giovani si formano qui in Italia, raggiungendo alti livelli ma poi esportano altrove il loro sapere, un problema che Page Personnel ha quantificato in soldoni: 40 mila euro è il valore calcolato per un giovane professionista che abbia all’attivo dai tre ai cinque anni di esperienza.

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Inoltre la ricerca ha messo in evidenza che le assunzioni, in Italia, vengono fatte quasi sempre tramite amicizie e conoscenze, lasciando quindi fuori da questo circolo la meritocrazia. Perchè l’Italia sia attrattiva per i lavoratori bisognerebbe curare diversi aspetti: la formazione in azienda, il giusto rapporto tra vita privata e lavoro e la chiarezza degli obiettivi a medio e lungo termine. Settori come lusso, design, produzione meccanica e cibo continuano ad essere stimolanti e pieni di opportunità, ma non riescono comunque a trattenere i talenti migliori, che ancora vedono nell’estero il luogo in cui affermarsi professionalmente.