Un’azienda italiana su cinque è costretta a licenziare i dipendenti a causa del mancato pagamento da parte della Pubblica Amministrazione: se lo Stato ritarda nel saldare i debiti con le imprese, a farne le spese sono gli stessi lavoratori che rischiano il posto di lavoro.
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Il rapporto elaborato dall’Ufficio studi della Cgia su dati Intrum Justitia, relativo ai primi tre mesi del 2014, mette in evidenza come in questo lasso di tempo il 20% delle aziende sia stata costretta a licenziare perché non ha ricevuto i pagamenti dovuti con regolarità.
L’Italia è il peggior pagatore d’Europa e le cifre parlano da sole: la nostra PA salda i debiti con le imprese a 165 giorni, contro i 41 della Bosnia, i 46 della Serbia e i 155 della Grecia.
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«Nonostante dal 1° gennaio 2013 la legge stabilisca che il pubblico deve pagare entro 30/60 giorni, mentre i privati tra i 60/90 giorni – afferma Giuseppe Bortolussi della Cgia – queste disposizioni continuano a essere palesemente inapplicate, con ricadute molto pesanti soprattutto per le piccole imprese che dispongono di un potere contrattuale molto limitato.»