Con il Decreto Lavoro varato dal Governo Renzi cambiano le regole in materia di contratti a tempo determinato, che rappresenteranno la tipologia contrattuale più utilizzata dalle aziende e dai datori di lavoro per favorire l’inserimento di nuove risorse.
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Secondo le stime effettuate da GiGroup, infatti, nel corso del prossimo anno aumenterà il numero di assunzioni a termine (ha dichiarato così il 44,4% degli intervistati), mentre il 29,3% e il 26,6% hanno dichiarato di preferire rispettivamente l’apprendistato e i tirocini formativi.
La nuova normativa, primo tassello del Job Act, prevede che il contratto a termine abbia una durata massima di tre anni con possibilità di proroga fino a cinque volte nell’arco del triennio. Viene anche stabilita l’introduzione di un limite massimo per il numero di contratti a tempo determinato attivati da ciascun datore di lavoro.
A diminuire, invece, sarà l’utilizzo del contratto a progetto e delle partite Iva, come anche del contratto a tempo indeterminato. È proprio su questa forma di inserimento lavorativo che si sofferma Stefano Colli-Lanzi, CEO di Gi Group: «Ci auguriamo che il percorso intrapreso di incentivazione e facilitazione della buona flessibilità venga proseguito e portato a compimento con la legge delega mediante l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, dove le tutele per il lavoratore in uscita possano crescere in relazione all’anzianità di servizio, con indennità risarcitoria e supporto obbligatorio alla ricollocazione in caso di licenziamento.»
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