Il lavoro per gli over 50

di Chiara Basciano

19 Giugno 2014 11:00

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Trovare un nuovo posto per i lavoratori "più maturi": una sfida che può essere vinta

In questo momento storico non è inusuale doversi reinventare dopo i 50 anni. Se la cosa però creava il panico vent’anni fa adesso fa parte della mentalità del lavoratore.

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Messa da parte l’illusione, ma anche la morsa, del lavoro fisso lanciarsi in nuove avventure non spaventa neanche i lavoratori più avanti negli anni. Però il discorso vale soprattutto per i settori di alta fascia, che hanno acquisito competenze considerate importanti per le aziende.

Infatti si guarda a loro come possibilità per trasmettere un sapere, da affiancare ai più giovani, che, dal canto loro, possono servire a rendere più “tecnologici” i più anziani. Si delinea così una prospettiva di sinergia che cancella il vecchio scontro generazionale.

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Se i dati dimostrano come siano in aumento i disoccupati over 50 ciò è da imputare allo stato generale delle cose ma non a come vengono considerati tali lavoratori. Spesso a pesare è il loro tipo di formazione, infatti si ricollocano facilmente i lavoratori di alto profilo che abbiano avuto esperienze all’estero.

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Ma anche la mentalità ha il suo peso, infatti vengono premiati quelli che si dimostrano aperti al cambiamento, capaci ancora di imparare e mettersi in gioco, come aveva sottolineato tempo fa Fabio Costantini, chief operations officer di Randstad Hr Solutions «C’è una particolare categoria di Over 50 che riesce a sfruttare il nuovo atteggiamento delle aziende: quei lavoratori che a loro volta riescono a cambiare atteggiamento, si rimettono in gioco e non si ‘chiudono’ verso i più giovani e le innovazioni di processo, ma al contrario collaborano in modo aperto alle nuove soluzioni che vengono loro prospettate. Quando questo match avviene è un grande successo, che riporta anche le nuove organizzazioni del lavoro allo spirito delle botteghe rinascimentali, dove non esisteva il conflitto generazionale in quanto ciascun lavoratore aveva un suo ruolo produttivo ed esperienziale».