Nello stesso ambiente di lavoro convivono spesso generazioni diverse e molto distanti tra loro: si parla dei millennials e dei baby boomers, ad esempio, collaboratori caratterizzati da bagagli di esperienze e aspettative differenti che possono dare origine ad attriti, coinvolgendo anche il capo.
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La gestione di un ambiente di lavoro multigenerazionale rappresenta una sfida per il leader, chiamato a dissipare i conflitti e a favorire armonia evitando qualsiasi perdita di produttività: presupposto fondamentale per ottenere questo risultato e riuscire a favorire l’integrazione dei lavoratori più giovani rispettando, allo stesso tempo, l’esperienza e l’anzianità dei colleghi più maturi.
Una delle principali sfide da affrontare riguarda i modelli di comunicazione utilizzati dai dipendenti, più orientati alle email e alle telefonate per i collaboratori maturi e maggiormente incili alla messaggistica istantanea per i millennials.
Una strategia utile per favorire la comunicazione è organizzate specifici esercizi di team-buildig finalizzati proprio ad abbattere alcune barriere che impediscono lo sviluppo di relazioni solide e trasparenti.
Allo stesso tempo, uno sforzo non indifferente deve essere compiuto per eliminare i consueti stereotipi negativi presenti nella maggior parte degli ambienti di lavoro: i lavoratori maturi sono definiti spesso come pigri e ansiosi, mentre ai giovani non si perdona la svogliatezza e l’arrivismo.
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Spetta al leader cercare di favorire un proficuo scambio di esperienze, facendo in modo che l’entusiasmo dei millennials possa stimolare i collaboratori con più anzianità, chiamati a incoraggiare e indirizzare al meglio i nuovi arrivati.