Manager maniaci del controllo

di Teresa Barone

7 Luglio 2014 08:00

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Demoralizzanti e demotivanti per i dipendenti, i cosiddetti ?micromanager? limitano crescita e produttività: ecco come controllarsi.

Per descrivere i manager maniaci del controllo negli USA si usa l’appellativo “micromanager“, termine che sembra essere sinonimo di cattiva gestione. Gli effetti negativi sono evidenti dal punto di vista sia della produttività sia dell’efficienza e della soddisfazione dei dipendenti, che non hanno un punto di riferimento da seguire.

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Il micromanager è il manager incapace di delegare, il capo che deve prendere ogni decisione e pretende di assumere il ruolo di guida in ogni attività anche non significativa, impedendo ai collaboratori di svolgere le loro mansioni con serenità.

I manager maniaci del controllo inibiscono la crescita dei propri dipendenti, soffocano qualsiasi desiderio di aggiornamento e sviluppo impedendo di apprendere nuove competenze e di imparare dagli errori compiuti a causa di un atteggiamento eccessivamente punitivo.

Le opportunità di promozione per i collaboratori sono ridotte al minimo e i dipendenti si sentono totalmente demotivati,  tanto che – secondo uno studio condotto da Accountemps su un campione di 450 dipendenti americani – sono gli stessi lavoratori a evidenziare l’impatto fortemente negativo di un simile approccio gestionale sia sul lavoro sia sulla psiche.

Tra gli intervistati che hanno ammesso di aver avuto a che fare con un “micromanager”, il 68% ha visto diminuire sensibilmente il proprio morale, mentre il 55% ha sottolineato un netto calo della produttività .

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Quali sono le strategie per migliorare il proprio stile manageriale diventando meno soffocante e più apprezzato dai collaboratori? Innanzitutto è necessario imparare a delegare, evitando di controllare ossessivamente il lavoro di tutti e limitandosi a fornire indicazioni chiare e precise in anticipo, concedendo fiducia e individuando alcuni membri del team ai quali affidare maggiore responsabilità, rendendoli liberi di prendere decisioni e di conseguenza, anche di commettere errori.