Flessibilità sul lavoro, occupabilità, economia sommersa: queste le tematiche chiave del convegno “Jobs Act e Flexicurity: le sfide del mercato del lavoro europeo e italiano” tenutosi a Roma il 12 novembre.
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In occasione dell’evento è stata presentato il rapporto annuale “Flexibility@work 2014” realizzato da Randstad e dedicato alle tendenze internazionali in materia di occupazione e lavoro flessibile, considerato come una strategia per contrastare il lavoro nero ma solo se adeguatamente regolamentato, come spiega Annemarie Muntz, Director Group Public Affairs Randstad, presidente di Ciett (Confederazione internazionale delle agenzie per il lavoro) e di Eurociett (Confederazione europea delle agenzie per il lavoro):
«Lo studio dimostra come una regolamentazione più favorevole e meno restrittiva verso le agenzie per il lavoro private riduce il lavoro nero. Per combattere con successo il sommerso è necessario costruire un mercato del lavoro con adeguata protezione sociale per i gruppi più vulnerabili, costruendo nel contempo una regolamentazione efficace in materia di occupazione che assicuri l’adeguata flessibilità. Un sistema cioè che agevoli i lavoratori ad entrare nel mercato del lavoro regolare e che renda semplice per le imprese rivolgersi agli operatori privati per soddisfare le loro richieste di lavoro flessibile.»
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Stando all’indagine, in Italia il mercato del lavoro è ampiamente regolamentato ma la percentuale relativa al lavoro sommerso è tra le più elevate a livello mondiale, in pratica corrispondente al 21,1% del PIL.