Le terribili sette

di Chiara Basciano

24 Novembre 2014 13:00

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Le sette frasi che un buon manager non dovrebbe pronunciare mai e poi mai

“Calma e sangue freddo”, dovrebbe essere questo il motto per il manager ideale. Lo stress però non aiuta, e chi ha ruoli di responsabilità si trova troppo spesso sotto pressione. Ma un leader si distingue proprio per la sua capacità di mantenere il controllo, infondendo serenità ai dipendenti.

Per questo arrivano da Hays le frasi che dovrebbero essere off limit per i manager, perchè, come afferma Sofia Cortesi, Financial Director Hays Italia «quando si ricoprono posizioni di rilievo, pronunciare frasi inappropriate può minare la performance aziendale. E, cosa ben peggiore, compromettere la leadership di chi le pronuncia».

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Ecco allora le sette frasi da non pronunciare mai e poi mai. “Non voglio sentire lamentele”, perché lasciare spazio ai malumori permette di creare un clima più rilassato. “Fai come ti dico altrimenti…” perché una minaccia che non porta da nessuna parte. “Ho fatto io il lavoro al posto tuo ieri sera. E tu dov’eri?” mai creare questa pressione sui dipendenti.

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“Non ce la faremo mai!”, ciò porta a creare ansia e frustrazione, dannosi per la produttività. “Tra tutti, sei sempre il migliore” è il modo migliore per dividere la squadra. “È tutta colpa tua!” è del tutto sbagliato far ricadere le colpe sul singolo, a lavoro si dividono gioie e dolori. “Sei il peggiore con cui mi sia mai capitato di lavorare!” come sottolinea Cortesi «Il vero capo dovrebbe comportarsi con educazione e professionalità. È assolutamente inaccettabile per un manager insultare o umiliare un collaboratore perché ne minerebbe la motivazione e il coinvolgimento al successo aziendale».