I lavoratori italiani possono contare su un buon equilibrio tra professione e vita familiare? Secondo il “Better life index” stilato annualmente dall’Ocse, la penisola si colloca al tredicesimo posto tra i 34 paesi compresi dall’Oreganizzazione, che ha stilato la classifica delle nazioni sulla base delle iniziative per favorire la conciliazione dei tempi.
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Se al primo posto troviamo la Danimarca, il podio è occupato anche da Spagna e Belgio, mentre a chiudere la graduatoria sono Regno Unito e USA.
In Italia le ore di lavoro annuali ammontano a 1752, un dato in media con gli altri Stati Ocse, mentre il 4% dei lavoratori, prevalentemente uomini, si ferma oltre l’orario stabilito (questa percentuale è inferiore alla media Ocse del 9%).
Il report ci informa anche sul numero di ore dedicato alla cura personale e al tempo libero, mostrando come il 62% del tempo a disposizione dei lavoratori a tempo pieno sia speso per compiere alcune attività quotidiane e altre iniziative inerenti gli hobby personali.
Per quanto riguarda le politiche aziendali volte a favorire maggiore flessibilità, meno del 50% delle imprese con 10 o più dipendenti promuove iniziative in quest’ottica, mentre il 60% dei dipendenti non ha alcuna autonomia nella gestione del suo orario di lavoro.
=> Vai al Better life index dell’Ocse