Riforma PA in arrivo: cosa cambia per i dirigenti

di Francesca Vinciarelli

15 Gennaio 2015 16:00

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In attesa dei decreti attuativi delle leggi Brunetta ecco i cambiamenti per i dirigenti pubblici che verranno introdotti con la Riforma della PA.

I burocrati dovevano preparare i decreti attuativi, nei quali dovevano obbligatoriamente selezionare i dirigenti e dipendenti pubblici in fascia alta (il 25 %), normale (il 50%) e pessima (il residuo 25 %). Ma così non è stato perché percepiscono la stessa retribuzione, sia i dirigenti sia i dipendenti pubblici, che svolgono il loro lavoro bene o male.

Ci sono in Italia circa 3,4 milioni di dipendenti pubblici che non hanno sentito il peso della crisi ma che invece hanno chiesto aumenti di stipendio, inoltre sono sempre più evidenti i privilegi che sfruttano, a discapito di tutti i cittadini che in questi anni hanno sofferto per la crisi economica.

Per questo motivo il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha presentato alla Pubblica Amministrazione la riforma che dovrebbe andare in approvazione al Consiglio dei Ministri del prossimo 20 febbraio, secondo quanto ha comunicato il presidente del Consiglio.

Non è ancora presente la bozza ufficiale di questa riforma, ma proviamo ad analizzarne ciò che questa riforma dovrebbe prevedre:

  • l’adozione di pari regole nel pubblico e nel privato, esse dovrebbero funzionare al meglio, sfruttando nel migliore dei modi l’unione delle risorse umane e professionali, senza che nessuno approfitti del doppio lavoro o di percepire stipendi che non merita;
  • l’azzeramento di tutti i compensi addizionali allo stipendio base, inoltre il controllo dei compensi addizionali o premiali che devono essere attentamente esaminati valutando l’effettivo lavoro straordinario, non fine a se stesso ma che tenda a super risultati;
  • il complesso di premi e sanzioni che devono bilanciarsi in modo da mettere in competizione tutti i dirigenti e i dipendenti pubblici, con una selezione precisa per premiare i migliori e sanzionare i peggiori. Deve essere dunque necessaria una graduatoria redatta in base al merito, senza essa non può essere presente un cambiamento radicale del funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni;
  • il contratto a tempo indeterminato deve essere presente anche per i dirigenti, metterli al paro al settore privato significa che essi sono soggetti alla stipula di contratti che possono essere risolti dal datore di lavoro pubblico per inefficienza o inefficacia;
  • per ultimo, ma non per ordine di importanza, l’obbligo da parte di tutti i dirigenti e dipendenti pubblici di inserire online i loro compensi.