Il project manager è il responsabile che valuta, pianifica, realizza e controlla un progetto. Le retribuzioni per questo lavoro sono per un project leader IT: una media di 82mila euro lordi all’anno come dirigente, 51mila come quadro e 35mila come impiegato.
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In questi anni che la crisi ha preso il sopravvento il project manager deve scontrarsi con tempi di produzioni accelerati e con le risorse ridotte, trovando quindi più complicazioni nella progettazione.
Andrea Palemi, direttore operations di Triboo Digitale dice di questo lavoro:
“È un mestiere complesso, che richiede grande entusiasmo, serve una forte focalizzazione sull’ obiettivo e capacità di risolvere i problemi. Prima ancora del tempo, la sfida principale sono i continui ‘road block’, gli ostacoli che frenano lo sviluppo. Il PM deve rimuoverli, trovando i giusti compromessi”. continua poi riferendosi alle piattaforme online di nuova generazione, sviluppate in cloud e adatte a tracciare tempi e compiti assegnati. “Sono online da vent’anni e credo che il giro di boa in questo mestiere si sia verificato quando le tecnologie hanno iniziato a diventare anche metodologie. Strumenti come Basecamp o JIRA sono oggi molto diffusi e fanno parte del dna di un PM. Consentono la gestione di sviluppi complessi, anche da remoto”.
Un buon Pm è quindi alla base di tutto, Maria Pelucchi, Business and Planning Manager presso Microsoft Italia spiega che in questo lavoro:
“Si va dalla composizione dei team alla pianificazione delle milestone e dei meeting, dalla condivisione di documentazione di progetto alla definizione delle regole di partecipazione al progetto e agli obiettivi attesi. Tutto questo per un numero molto elevato e contemporaneo di progetti da portare avanti” continua dicendo “Il tratto distintivo di un buon business PM è la comprensione delle priorità e l’allocazione corretta delle risorse che interverranno a sostegno dei progetti. Tattica e strategia sono finalizzate a muovere l’organizzazione. A volte l’azione messa in campo riguarda il change management, altre volte la pianificazione di budget e può toccare aspetti più finanziari o più legati alla cultura aziendale e alla comunicazione interna”. termna Maria pelucchi spiegando che “Chi ha soltanto un background finanziario – continua Pelucchi – tende a usare un’impostazione analitica, ma è meglio una visione d’insieme, puntando a motivare e coinvolgere l’organizzazione”.
Inoltre Beatrice Ghiglione, digital project manager di Moleskine, specifica che:
“È indispensabile conoscere tecniche di PM per la gestione e controllo, per il coordinamento di team e fornitori e saper comunicare in pubblico, guidando riunioni anche tra collaboratori di diverse nazionalità”. Spiega inoltre Ghiglione che l’aspetto tecnico non è fondamentale, ma meglio non trascurarlo. “Non facciamo i programmatori, ma è necessario saper distinguere tra le tecnologie per scegliere quella giusta. Chi guida i flussi di lavoro sui progetti deve oramai essere al corrente sulla direzione che sta prendendo il mercato, per mantenere una visione d’insieme sui processi e guidare i risultati”.