Non sono solo le ragazzine ad aprire i loro armadi e a scambiarsi i vestiti, ma il fenomeno del baratto si sta allargando sempre di più. Figlio della crisi, il baratto permette di scambiare beni a qualunque livello.
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Lo scambio tra aziende in Italia è ancora in fase embrionale ma promette di mettere solide radici grazie all’arrivo del circuito iBarter nel nostro paese. Marco Gschwentner, area strategie di sviluppo iBarter e tra i fondatori del circuito spiega l’importanza di questo fenomeno «Viene stimato che solamente negli Stati Uniti siano circa 400mila le imprese che si appoggiano ad un sistema di barteraggio, sviluppando un controvalore pari a oltre 12 miliardi di dollari». Per questo le aziende si mostrano sempre più interessate, infatti è stato calcolato che sono aumentate del 50% quelle che ne fanno uso.
Inoltre «non costringe le imprese a mettere mano al portafoglio, ma queste possono utilizzare come merce di scambio i propri prodotti/servizi per l’acquisto dei beni di cui hanno bisogno. In secondo luogo, le aziende si ritrovano su un’unica piattaforma che ha il preciso scopo di creare una rete dedicata allo scambio, permettendo di trovare nuovi fornitori e nuovi clienti».
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I beni da scambiare sono di ogni tipo, dalle camere d’albergo al vino, dagli elettrodomestici, alla cancelleria e ai macchinari, permettendo anche un riutilizzo consapevole delle cose.