Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta sono le regioni che più facilmente vengono associate ad economia verde e sostenibile. E infatti mantengono da anni il loro primato tra le regioni più attente all’ambiente. Eppure nell’ultimo Indice della green economy realizzato da Fondazione Impresa le regioni da sempre considerate pecore nere cominciano a conquistare i primi posti.
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Si potrebbe parlare della rivincita del Mezzogiorno, visto che Basilicata e Calabria sono balzate rispettivamente al sesto e ottavo posto nella classifica. Ancora meglio per il centro, considerato che le Marche guadagnano il podio e l’Abruzzo arriva al quarto posto.
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L’Indice fotografa lo stato dell’arte della green economy utilizzando 21 indicatori standardizzati:, tra cui energia pulita, risparmio energetico, riciclo rifiuti, bioagricoltura, eco-edilizia, diffusione di licenze Ecolabel, piste ciclabili, turismo ecologico, vendita di prodotti bio, edilizia e carbon intensity.
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In particolare il Sud si fa forte dell’agroalimentare biologico, in forte crescita mentre colpisce la Lombardia, i cui valori appaiono particolarmente negativi, a parte la presenza massiccia di piste ciclabili sul territorio. Peggio di tutte Lazio e Sicilia. Per la prima colpisce la bassa percentuale di energia elettrica da rinnovabili (meno del 19%) e per la seconda la mancanza di una raccolta differenziata omogenea, nodo centrale e poco sviluppato in tutta Italia.