Processo per 5 dirigenti regionali

di Francesca Vinciarelli

23 Febbraio 2015 14:00

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Il processo per i 5 dirigenti che hanno valutato il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall'amministrazione, di Gioacchino Genchi.

Gioacchino Genchi, dirigente della Regione siciliana, qualche anno fa viene mandato via, dopo il giudizio di valutazione espresso dalla commisione di valutazione composta da Giovanni Arnone, oggi alle Infrastrutture, Vincenzo Sansone,dipartimento Territorio, Sergio Gelardi, oggi al Turismo, l’ex dirigente generale Pietro Tolomeo e il dirigente del servizio personale del Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. 

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Nell’aprile del 2008 la commissione di valutazione riconobbe a Gioacchino Genchi un punteggio di 58,01. Invece dei 70 necessari per ottenere la liquidazione dell’indennità di circa 9 mila euro, per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’amministrazione. Da alcune indagini si era stabilito che le contestazioni mosse su Gioacchino Genchi erano infondate e che inoltre, il dirigente del dipartimento Ambiente aveva sostenuto che il procedimento si era svolto senza la presenza di Gioacchino Genchi, che non ha quindi potuto spiegare la propria posizione. Anche nel 2010 una nuova commissione di valutazione, stabilì che il dirigente aveva ragione.

Genchi subito dopo l’accaduto aveva intrapreso una battaglia legale, in quanto ha sempre sostenuto di essere stato perseguitato, perché ritenuto scomodo avendo assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti. Tre anni fa, con il sostegno della Cgil ha ottenuto la riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro, ma anche dopo questo sostegno è rimasto comunque ai margini dell’amministrazione.

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Ma per questi cinque dirigenti della Regione siciliana inizierà un processo il prossimo 4 maggio, il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa li ha mandati sotto processo per abuso d’ufficio. Alcuni legali degli imputati hanno spiegato:

“Non c’è stata alcuna irregolarità nella procedura di valutazione e siamo certi di poterlo dimostrare in dibattimento”