Alla vigilia di Expo 2015, l’evento che promette di proiettare il nostro Paese alla guida del food mondiale, la fotografia dell’industria alimentare italiana si presenta arretrata e poco propensa all’innovazione, sopratutto in fatto di commercializzazione dei prodotti e dell’export. Il mercato del lavoro nell’alimentare non sembra prevedere una diminuzione del personale nel 2015, ma non sono previsti neanche aumenti. Secondo le stime, il 29% degli intervistati assumerà, sopratutto nell’ambito della produzione, mentre il 63% si limitera soltanto a non ridurre l’organico.
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Purtroppo però la produzione non è tutto, invece in italia si punta più su questa che su elementi cruciali quali innovazione, marketing e vendite. Al contrario l’Europa e gli Usa pongono particolare attenzione a questi ambiti, anche perché i trend evidenziano come i consumatori abbiano sempre maggiore consapevolezza dei rischi alimentari, presentando esigenze di consumo più sofisticate. Dunque bisognerebbe puntare sulla rivoluzione digitale, nonché sull’internazionalizzazione della domanda e dell’offerta.
Tutto questo comporta delle conseguenze per quanto riguarda l’export-manager e l’e-commerce: i dati sono alquanto negativi per il futuro dell’industria alimentare.
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Pochissime aziende, infatti, investiranno sull’assunzione di un sales export, nonché il responsabile delle vendite, a dispetto del fatto che, in Italia, l’assunzione di questa figura professionale sarebbe fondamentale. Per quanto riguarda l’e-commerce la situazione non è migliore, infatti solo il 43% delle aziende è intenzionato ad investire sul digital e su figure specializzate. Purtroppo però per molti, forse troppi, l’e-commerce non è ancora una soluzione strategica da prendere in seria cosiderazione.