Durante il percorso lavorativo si possono creare dei problemi con i propri dipendenti, per risolvere queste problematiche si possono mettere in atto due soluzioni. La prima è provare a migliore il lavoro e il rendimento del dipendente in questione, la seconda soluzione è il licenziamento, soluzione più drastica e sopratutto da attuare in situazione inevitabili. Il licenziamento può provocare al dipendente un momento di crisi ed anche di stress emotivo, per questo bisogna valutare tutti i motivi per le quali si licenzia, attuando un licenziamento immotivato si può cadere anche in una causa giudiziaria. In alcuni casi però prendere questa strada è l’unica soluzione per risolvere i problemi. Ma qual è il modo giusto per licenziare ? La cosa più importante che bisogna sempre ricordare quando si licenzia è di assicurarsi di essere nella posizione per farlo, inoltre conoscere tutte le regole sul licenziamento della propria azienda.
=> Licenziare chi copre un collega disonesto
In primis quando si inizia un percorso di lavoro bisogna stabilire, le aspettative e tutti i comportamenti che porterebbero ad un licenziamento immediato. Questo perché è importante aver stabilito in precedenza tutte le regole e che tutti i dipendenti abbiano ben chiaro ciò che bisogna rispettare. Per quanto riguarda il rendimento, anche in questo caso bisogna stabilire da subito la capacità professionale che serve in un determinato lavoro, mettendo anche al corrente tutti i dipendenti che ci saranno degli eventi per valutare questa capacità, per documentare le carenze rispetto alle aspettative ed i requisiti richiesti dalla mansione. Quando un impiegato non raggiunge gli obiettivi prestabiliti, bisogna prima discuterne poi provare a risolvere il problema, ed anche nel caso che l’impiegato continua a non fare il suo lavoro, ci sono dei passaggi prima di passare al licenziamento.
Il passaggio più importante è quello di tenere una traccia del percorso di un determinato impiegato, per verificare le reali carenze e la non produttività, potrebbe essere anche necessario un documento firmato dal dipendente, dove non ammette la sua colpa, ma ammette che gli è stato detto che le sue prestazioni non sono soddisfacenti, così da dimostrare in caso di licenziamento, che la decisione non è stata presa di sopravvento o per dei motivi nulli o personali.
Quando la decisione di licenziare è presa in modo definitivo, bisogna comunicare al dipendente tale decisione. Ma in quale modo ?
Innanzitutto scegliete un luogo appartato in modo da essere a proprio agio e da poter parlare entrambi con tranquillità. Avere sempre un’idea di cosa dire al proprio dipendente, senza dilungare troppo in chiacchiere inutili, trascinare la questione fa male a entrambi le parti. Esseri diretti è la cosa migliore da fare. Naturalmente spiegate i motivi di questa decisione, senza però giustificare nessuna scelta presa. Cercate in qualche modo, di aiutarlo o almeno provate a farlo, ricordando sempre che il dipendente licenziato non era adatto a fare quel determinato lavoro, ma ciò non significa che non sia capace in un altro ambito.
=> Offendere il capo non porta al licenziamento
Le reazione al licenziamento possono essere varie, alcuni possono reagire in maniera autocritica, in sintesi saranno quelle persone che accetteranno il licenziamento senza batter ciglio, ciò accade quando il dipendente si accorge da solo degli errori fatti. In altri casi è probabile una reazione negativa, se il dipendente è solo scosso e provato, reagendo magari con insulti o con sfoghi emotivi cercate di non reagire e state in silenzio. In caso di violenza chiamate la sicurezza o gli impiegati più vicini. Naturalmente tutto ciò non sarebbe giusto, dato che è chiaro a tutti che ognuno fa semplicemente il proprio lavoro, anche se difficile andate incontro al dipendente licenziato, pensando che lo sfogo o altre reazioni emotive servano a lui per superare il momento.