I dirigenti di Poste Italiane “costano troppo”: la Corte dei Conti ammonisce l’azienda, pronta a fare il suo ingresso in borsa, sottolineando come gli stipendi percepiti dalle figure apicali siano eccessivi, tanto da aver pesato enormemente sul bilancio 2013.
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Esaminando le cifre di due esercizi fa, infatti, la Corte dei Conti evidenzia come il costo del personale dirigente si sia attestato complessivamente a 150 milioni, mostrando una crescita del 12,3% rispetto all’anno precedente:
«Esso costituisce il 2,5% del complessivo costo del lavoro.»
Un esborso ritenuto superiore al consentito, tanto che l’incremento relativo al 2013 riguarda sia le competenze fisse (con una crescita del 4,1%), sia le competenze accessorie e i compensi incentivanti (l’aumento è stato pari al 18,4%).
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I magistrati contabili, inoltre, evidenziano anche un certo ritardo per quanto concerne la normativa antiriciclaggio, auspicando un intervento decisivo. Ad apparire poco idonea, inoltre, è stata la ricca
buonuscita concessa all’AD uscente Massimo Sarni, corrispondente a a cinque annualità.