Nel periodo di tempo compreso tra il 2003 e il 2013 il reddito degli italiani è cresciuto del 28,5%, un aumento significativo se non fosse per il corrispondente incremento della pressione fiscale che ne limita notevolmente i benefici.
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Secondo quanto riferito dall’Ocse, in dieci anni gli stipendi sono passati da una media di 23mila euro a 30mila euro annui, tuttavia una buona fetta (pari a 4mila euro) è stata spazzata via a causa degli adempimenti fiscali.
Il peso delle tasse, quindi, ha intaccato enormemente il reddito medio nazionale facendo svanire gli effetti positivi dell’incremento dei compensi.
Dando uno sguardo a quanto è accaduto negli altri paesi dell’Eurozona, i redditi più cospicui in termini assoluti caratterizzano il Lussemburgo (da 39.587 euro lordi a 52.902 euro nel medesimo lasso di tempo), il prelievo fiscale è maggiore in Belgio (pari al 42,6% del reddito nel 2013), nazione seguita dalla Germania, dalla Slovenia e dall’Olanda, mentre l’Italia si colloca in quarta posizione.
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