Dovrebbe avere un impatto importante sulle carriere e per questo essere seguito con interesse, ma il Jobs Act non risulta interessante agli occhi dei manager, tanto che il 32,3% non conosce il contenuto della nuova Legge sul lavoro in Italia.
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Secondo la ricerca di Michael Page i manager non si dichiarano molto impressionati dalla riforma, e il 75,5% degli intervistati non pensa che avrà alcun impatto sulla ricerca del lavoro. Una percentuale minore, il 24,5%, invece ne mette in evidenza l’utilità e pensa che la riforma lo aiuterà a trovare un lavoro, in particolare il 17,4% a tempo indeterminato, mentre solo il 2% a tempo determinato.
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Analizzando le priorità dei candidati durante la fase di negoziazione per un nuovo impiego, tenendo conto del Jobs Act, la retribuzione rimane il tassello più importante. Il 53,2% pensa che poter contrattare su uno stipendio superiore del 20% è la discriminante da tenere in considerazione. Seguono più mesi di indennizzo in caso di licenziamento illegittimo da parte del datore di lavoro, per il 16,2% ed il riposizionamento all’interno dell’azienda in caso di licenziamento illegittimo (15%) e il mantenimento delle condizioni del vecchio contratto per un certo periodo (10,8%).
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In ogni caso il 50,2% non pensa che la riforma potrebbe condizionare la ricerca del lavoro, dimostrando la sfiducia generale nei confronti del mondo politico.