L’enorme continente africano è molto vario a seconda delle zone, ma in generale si sta verificando una crescita esponenziale della sua economia. L’analisi fatta da Coface evidenzia come gli elementi chiave di questa ripresa siano da individuare in una ripresa strutturale legata a un livello iniziale di reddito pro capite relativamente basso, negli investimenti esteri elevati, nel contesto politico più stabile e nelle numerose cancellazioni del debito.
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Ma nel dettaglio l’analisi si concentra sulla zona sub-sahariana e vede Kenya, Etiopia ed Uganda come principali attori del momento. Grazie alla diversificazione infatti combattono la vulnerabilità e i dati recenti confermano il loro potenziale di crescita dinamica: la crescita del loro PIL ha raggiunto circa il 7% in media nel 2014, simile quindi a quella della Cina.
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Etiopia ed Uganda sono molto forti nel settore manifatturiero, perfettamente integrato nell’economia globale, essendo esportatori di più di cento prodotti, un numero che è più che triplicato tra il 2000 e il 2013.
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Il Kenya invece ha il suo punto di forza nelle telecomunicazioni, soprattutto il mobile banking , che pesano per più del 60% del PIL. Ridimensionano l’entusiasmo le parole di Julien Marcilly, Capo Economista di Coface «Tuttavia, questa considerazione positiva e l’innegabile potenziale non significano totale assenza di rischi. La stabilità politica nella regione è fragile. La mancanza di infrastrutture infatti costituisce una vulnerabilità ben nota, così come il deficit elevato della parte corrente e il livello di indebitamento pubblico in aumento».