C’è chi lavora all’interno di uffici dotati di condizionatori e chi, invece, trascorre otto o più ore al giorno a contatto con le alte temperature estive, rischiando disagi e malesseri quando arrivano le inevitabili ondate di calore.
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A questa seconda categoria si rivolge la proposta di legge avanzata, nel Regno Unito, dalla laburista Linda Riordan, basata sull’introduzione di nuovi obblighi per i datori di lavoro: mandare a casa i dipendenti nelle giornate in cui le temperature superano il 30 gradi (37 gradi nel caso di professioni usuranti).
Una temperatura massima legale, quindi, che eviterebbe problemi di salute ai lavoratori, tutelando il loro benessere personale (nel Regno Unito esiste una normativa che precisa la temperatura minima consentita, pari a un intervallo compreso tra i 13 e i 16 gradi).
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Tra i possibili disturbi legati al caldo, infatti, compaiono un aumento dello stress, mal di testa, problemi cardiaci e respiratori, disidratazione.