Engagement lavorativo: da chi dipende?

di Teresa Barone

9 Luglio 2015 10:00

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Nonostante gli sforzi compiuti dalle aziende per fidelizzare i talenti, sono gli stessi lavoratori a determinare il loro engagement.

Solo il 13% dei lavoratori di tutto il mondo può definirsi realmente “impegnato“, mentre nella maggior parte dei casi l’engagement non sembra essere efficace al cento per cento.

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Lo afferma un’indagine promossa da Gallup, ricerca che sottolinea un concetto chiave: l’engagement non dipende esclusivamente dalla capacità del datore di lavoro e dei manager di attirare e fidelizzare i talenti, ma gli stessi dipendenti hanno un ruolo fondamentale nel costruire un legame solido con l’azienda.

Secondo l’indagine, inoltre, otto manager su dieci non compiono sforzi sufficienti per motivare i lavoratori, quindi spetta a questi ultimi cercare di costruire un’esperienza lavorativa appagante coltivando il loro stesso impegno.

Partendo dal presupposto che engagement sul lavoro significa iniziare la giornata con uno scopo e terminarla con un senso di soddisfazione, la ricerca mette in evidenza come i dipendenti più impegnati sono anche quelli più produttivi e più “sani”.

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Se è vero che non esiste un luogo di lavoro immune da stress e momenti critici, a fare la differenza è sempre la capacità di affrontarli con spirito positivo, diventando assoluti protagonisti del proprio percorso e responsabili del proprio successo professionale.