Il lavoro può essere molto pesante e stressante, per questo motivo molto spesso, i lavoratori cercano di trovare modi per distrarsi e staccare dal lavoro.
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Per molte aziende però queste distrazioni sono troppe, rischiando di abbassare notevolmente la concentrazione e la produttività.
Secondo alcune indagini sono molti i lavoratori che durante la giornata di lavoro, fanno chiamate, mandano email e scrivono messaggi, privati e quindi non inerenti al lavoro.
Se c’è chi lo fa realmente troppo, ci sono anche quei lavoratori che lo fanno raramente e magari proprio per distrarsi qualche minuti per recuperare energia e concentrazione.
Ma per molti datori di lavoro il multitasking, sopratutto con attività non inerenti al lavoro, è distruttivo e poco utile per la produttività.
La pausa pranzo e le altre pause, hanno proprio lo scopo di ridare energia e distrarsi, per questo, secondo i datori di lavoro, non deve nascere la necessità di creare delle pause personali.
Molte aziende però non si limitano solo a vietare a parole l’uso di internet per scopi personali, ma attuano delle vere e proprie restrizioni su internet. Ad esempio è vietato l’accesso sui social e su siti similari.
Ma anche se per le aziende, in questo modo, il problema è presto risolto, per i lavoratori non è così. Questo perché secondo alcune interviste, un italiano su tre aggira la restrizione a internet sul lavoro.
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Ma come?
Semplicemente con i propri dispositivi personali. Ma di certo non sono solo gli italiani ad aggirare questo problema. I più indisciplinati sono gli Inglesi, seguiti dalla Germania, dalla Spagna, dal Belgio e dall’Olanda, i più rispettosi riguardo le norme delle aziende sono invece i Francesi.
Secondo queste statistiche il dubbio che nasce è quello dell’utilità di queste restrizione, dato che così invece di diminuire, aumenta la distrazione e l’abbassamento di concentrazione.