Nati con lo smartphone in mano, cresciuti a latte ed internet la Generazione Z comincia ad entrare nel mercato del lavoro. Ne fa un ritratto Ricoh Europe attraverso l’indagine sviluppata da Coleman Parkes Research.
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Non si accontentano i giovani nati dal 1996 in poi, richiedendo un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro. Se le generazioni più vecchie erano disposte a scendere a patti loro si mostrano più inflessibili. Infatti il 48% considera la possibilità di avere una vita privata la condizione necessaria per scegliere un’azienda. Poco meno importante il lato professionale, il 47% infatti considera indispensabile la possibilità di lavorare con gente competente.
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Per il 42% le caratteristiche del lavoro ideale prevedono orari flessibili, possibilità di carriera e un posto di lavoro sicuro. La competenza digitale della generazione è evidente quando il 63% afferma di poter portare all’azienda in cui andrà a lavorare capacità tecnologiche avanzate, ma ancora più alta la percentuale di chi pensa di poter contribuire con un nuovo metodo di lavoro (65%), e quasi allo stesso livello il 61% di chi pensa di poter introdurre nuove idee e modi di pensare.
Di contro le aziende non sono considerate al passo coi tempi e il 30% lamenta la mancanza di flessibilità degli orari, laddove le altre generazioni mostrano percentuali più basse, 13% per i Baby Boomer, 17% per la Generazione X e 20% per i Millennial.